“La superbia è fallace grandezza di chi è debole. E quando la superbia si sia impadronita di un animo, sollevandolo in alto lo fa precipitare, gonfiandolo lo svuota, riempiendolo lo spezza. Mentre la persona umile non può fare del male, il superbo non può non farne: intendo riferirmi all’umiltà di chi non aspira a eccellere per transitori successi mondani, ma è volto sinceramente a un bene eterno che sa di poter raggiungere, non con le proprie forze ma con l’aiuto che riceve. Chi ha questa umiltà non può desiderare il male di nessuno perché nessun male potrebbe accrescere il suo bene. La superbia invece produce subito invidia, e chi prova invidia non può che desiderare il male di colui il cui bene lo tormenta. Anche l’invidia quindi porta subito a volere il male, e di qui derivano imbrogli, ipocrisie, maldicenze e tutto quel male che non si vorrebbe mai ricevere da un altro. Se conservate quindi intatta la pia umiltà, che secondo le Scritture è il segno distintivo della santa infanzia, godrete sicuramente della immortalità dei beati: A costoro appartiene il regno dei cieli.”